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ETF

Con l’acronimo ETF si intende una particolare classe di asset costituita da fondi di investimento. 

L’acronimo ETF sta per Exchange Traded Fund e si riferisce a fondi d’investimento a gestione passiva che permettono di investire in un paniere di titoli.

Di base, quindi, si può dire che gli ETF sono uno strumento finanziario che consente un’esposizione ampia sul mercato di riferimento, permettendo di investire in un paniere di titoli ma comportandosi come un singolo asset finanziario.

Introduzione base agli ETF:

Cosa sono: Fondi d’investimento a gestione passiva che vengono scambiati sui mercati regolamentati
🌈Caratteristiche: Possibilità di investire in un paniere di titoli puntando su un singolo asset finanziario
💡Tipologie: ETF azionari / ETF su materie prime / ETF obbligazionari / ETF di comparto / ETF regionali / ETF azionario mondiale / ETF armonizzati / ETF non armonizzati / ETF con leva incorporata / ETF ad accumulazione / ETF a distribuzione / ETF a replica fisica / ETF a replica sintetica
Livello di rischio: Medio / alto
💰Livello di rendimento: Medio / alto
ETF: Tabella caratteristiche base di questo strumento finanziario

Oggigiorno l’interesse verso gli ETF da parte degli investitori con piccoli capitali a disposizione è in continua crescita viste le loro caratteristiche peculiari. Per i principianti che si approcciano per la prima volta a questa categoria di strumenti finanziari e i più esperti che desiderano ripassare le proprie conoscenze abbiamo elaborato questa guida.

Nel corso dell’articolo verranno, quindi, trattati tutti gli aspetti principali dei fondi a gestione passiva: cosa sono, come funzionano, quali sono le loro caratteristiche, e molto altro. In questo modo, i lettori arriveranno al termine della guida con un bagaglio di conoscenze completo sugli ETF.

Cos’è un ETF? Definizione semplice

Come già accennato, quando si parla di ETF (Exchange Traded Fund) ci si riferisce ad un fondo d’investimento a gestione passiva che investe in un paniere di titoli. Questo paniere, a sua volta, è contenuto in un indice borsistico del quale il fondo replica l’andamento sul mercato.

Andando a scomporre il termine exchange traded fund si rilevano due concetti chiave degli ETF:

  1. Fund: siccome gli ETF sono dei fondi questo significa che raccolgono capitale da parte degli investitori che operano con essi e questo capitale viene reinvestito;
  2. Exchange traded: indica che i fondi devono essere per forza quotati all’interno di una borsa valori, ossia un mercato regolamentato che in inglese è chiamato exchange.

Oltre al primo aspetto indicato all’inizio del paragrafo e che differenzia gli ETF dai fondi comuni di investimento, i fondi a gestione passiva presentano una composizione automatica. I fondi comuni, infatti, presentano delle società di gestione che decidono tutti i giorni quali titoli azionari comprare e vendere con i soldi immessi da parte degli investitori.

Gli ETF, diversamente, nella maggior parte dei casi seguono l’andamento di un paniere di beni fissi ed è un software che si occupa di comprare e vendere azioni. Questo viene fatto in accordo con la composizione del paniere e il peso relativo di ogni titolo.

Inoltre, nel corso della guida verranno presentate le diverse tipologie di ETF esistenti e che possono essere basati su panieri di beni, determinate aree geografiche del mondo, etc.

ETF Borsa Italiana: introduzione argomento

Gli ETF sono degli strumenti finanziari che sono apparsi nei primi anni ’90 negli Stati Uniti d’America, mentre per i traders italiani è stato possibile iniziare ad investire con questi asset dal settembre del 2002. In Italia il mercato regolamentato degli ETF si chiama ETFplus.

Dalla loro prima apparizione nella Borsa Italiana gli ETF hanno ottenuto un successo crescente che viene dimostrato dall’aumento dei volumi di scambio, dei capitali gestiti e dal numero di fondi a gestione passiva disponibili nel mercato ETFplus.

In questo market, oltre agli ETF si può negoziare su strumenti finanziari che nonostante non siano fondi veri e propri possono essere accomunati ad essi per il loro funzionamento. Questi sono strumenti finanziari derivati cartolarizzati e vengono emessi a fronte di un investimento diretto dell’emittente nel sottostante oppure in contratti derivati sullo stesso.

Il prezzo di questi asset si va a legare direttamente e indirettamente all’andamento del sottostante. Questi asset derivati cartolarizzati possono essere suddivisi a seconda della natura del sottostante in:

  • ETC: Exchange Traded Commodities, questi vanno a replicare in maniera passiva l’andamento di determinate materie prime o indici legati alle materie prime;
  • ETN: Exchange Traded Notes, questi asset, invece, replicano le performances di sottostanti o indici diversi dalle commodities come quelli azionari, obbligazionari oppure di valute.

All’interno del mercato ETFplus vi sono 3 segmenti con cui poter negoziare e che i traders potranno selezionare in maniera semplice a seconda di quelle che sono le proprie esigenze. Le modalità per operare sono le stesse per tutti e tre i segmenti:

Segmento OICR aperti indicizzati (ETF) suddiviso in due classi:

  1. ETF dove l’indice di riferimento è di tipo obbligazionario;
  2. ETF in cui l’indice di riferimento è di tipo azionario.

Segmento ETF strutturati che è ripartito in:

  • ETF strutturati senza l’effetto leva;
  • ETF strutturati con effetto leva.

Segmento ETC/ETN suddiviso in 3 classi:

  1. ETC/ETN senza l’effetto leva;
  2. ETC/ETN con un effetto leva pari o inferiore a 2;
  3. ETC/ETN con effetto leva superiore a 2.

Le operazioni all’interno del mercato ETFplus avvengono secondo delle determinate fasi. Queste sono:

  • Vi è l’asta d’apertura che inizia alle 9:00 e finisce alle 9:04. A questi orari si aggiunge un intervallo che può durare massimo 30 secondi e viene determinato in maniera arbitraria dal sistema;
  • Dalle 9:04 alle 17:30 avvengono le negoziazioni vere e proprie;
  • Dalle 17:30 alle 17:35 vi è l’asta di chiusura. Come per quella di apertura anche in questo caso vi è un intervallo aggiuntivo che può durare al massimo 30 secondi e viene determinato dal sistema.

I diversi contratti all’interno del mercato ETFplus vengono chiusi con l’abbinamento delle proposte di acquisto e di vendita fatto in maniera automatica e ordinate a seconda della priorità del rapporto prezzo/tempo.

Durante la seconda fase, quella delle negoziazioni continue, si possono fare nuove proposte con o meno un limite di prezzo. L’ETFplus per assicurare lo svolgimento delle negoziazioni senza intoppi va a fissare dei limiti massimi entro cui i prezzi possono oscillare. Se questi non sono rispettati si va ad attivare un’asta di volatilità che dura 2 minuti.

Le liquidazioni dei contratti, invece, avvengono il secondo giorno di mercato aperto dopo l’esecuzione dei contratti.

Exchange Traded Fund: Principali caratteristiche

Dopo che abbiamo trattato brevemente la definizione di ETF, in questo paragrafo si andranno a presentare quelle che sono le caratteristiche principali degli Exchange Traded Fund. Come si è visto, questi strumenti vengono scambiati all’interno dei mercati regolamentati e replicano un indice o un paniere di beni attraverso una gestione passiva. Cerchiamo, quindi, di comprendere meglio queste tre caratteristiche.

  • Negoziazioni nei mercati regolamentati: questi strumenti finanziari possono essere scambiati nelle borse valori e siccome sono divisi in quote lo scambio in questi mercati avviene tra due soggetti. Il funzionamento, quindi, è simile a quello valido per il mercato azionario. Ciò significa che comprando oggi una quota di uno specifico ETF la potremo rivendere il giorno dopo e l’operazione verrà gestita dal determinato market regolamentato;
  • Replica di un indice o paniere di beni: il valore di un ETF segue l’andamento di un paniere di beni. Quest’ultimo può presentarsi “misto”, oppure l’andamento segue quello di un indice di borsa. Generalmente, gli ETF più famosi replicano l’andamento di mercati importanti come il NASDAQ o i migliori titoli a livello globale. Come è stato scritto all’inizio della guida, la replica di questi fondi è passiva. Ciò significa che verrà gestita attraverso dei meccanismi automatici;
  • La gestione passiva: si tratta della principale caratteristica che distingue un ETF da un fondo comune di investimento. Infatti, per quest’ultimo le gestione è attiva perché vi è un soggetto o più che si occupano di reinvestire il capitale raccolto scegliendo quali strumenti faranno parte del fondo. La gestione passiva degli ETF, invece, fa sì che il fondo debba seguire sempre l’andamento di un determinato paniere di beni o indice, che è fisso e il gestore non ha molta libertà. Ciononostante, questo aspetto rende i costi di gestione di un ETF più bassi e fa sì che sia più trasparente.

Ulteriori caratteristiche degli ETF

Altre caratteristiche degli ETF che si vanno a legare alle tre principali sopra elencate e che ne hanno decretato il successo di questi strumenti sono:

  • Semplici: rispetto ad altri asset, gli ETF sono strumenti abbastanza semplici perché il loro obiettivo è quello di replicare esclusivamente le performances del sottostante a cui fanno riferimento. In questo modo gli investitori che adoperano gli ETF possono esporsi immediatamente al mercato di proprio interesse. A livello operativo, per il fatto che sono negoziati in tempo reale nelle Borse valori, gli ETF vengono comprati e venduti come delle classiche azioni adoperando i servizi di un intermediario finanziario, banca o broker online;
  • Trasparenti: per il fatto che gli ETF replicano un paniere di beni o indice conosciuto sul mercato, danno la possibilità ai traders di essere subito a conoscenza del profilo di rischio e rendimento a cui andrebbero incontro con il proprio investimento. Il prezzo degli ETF si aggiorna in tempo reale e in questo modo gli investitori possono informarsi con costanza sull’efficacia della propria posizione di trading;
  • Economici: grazie alla gestione passiva gli ETF presentano costi più bassi rispetto ai fondi a gestione attiva dove vi sono diversi analisti che studiano i vari asset su cui poter investire. Anche i costi legati alla distribuzione sono inferiori;
  • Flessibili: I fondi a gestione passiva non presentano una scadenza e, per il fatto di essere quotati in Borsa in tempo reale, i traders hanno la possibilità di impostare con calma l’orizzonte temporale delle proprie operazioni. Queste possono rientrare all’interno di una strategia basata sul day trading, oppure sul lungo termine. Inoltre, grazie al fatto che il lotto minimo di negoziazione degli ETF è di 1 quota, si possono aprire diverse posizioni con pochi capitali;
  • Nessun rischio legato all’emittente: il patrimonio in gestione di un ETF è legalmente di esclusiva proprietà degli investitori in possesso delle sue quote. Ciò significa che anche se la società che si occupa della sua amministrazione è insolvente il patrimonio detenuto dal fondo non sarà intaccato.

Come funzionano gli ETF

Qual è il funzionamento degli ETF? Questa è la domanda più comune che coloro che sono alle agli inizi della propria carriera di trader si pongono quando si avvicinano per la prima volta a questa categoria di asset.

Gli Exchange Traded Fund sono dei fondi per quota. Le parti di un ETF, quindi, possono essere comprate o venduta da qualsiasi trader che adopera un intermediario finanziario. Come abbiamo già accennato nel corso della guida, il funzionamento di un ETF è simile a quello dei titoli azionari nell’effettiva compravendita. Gli elementi essenziali per comprendere il funzionamento degli ETF sono:

  • Il capitale: ogni ETF detiene un capitale ricavato dagli investitori pubblici e che viene reinvestito in un paniere di beni. Questo può essere suddiviso in quote come un titolo viene diviso in azioni. Il valore di una quota generalmente è stabilito dal rapporto tra il capitale totale detenuto da un fondo a gestione passiva e il numero di quote in circolazione;
  • Le quote: le quote di un ETF si possono comprare e/o vendere all’interno delle Borse. Possedendo una quota avremo diritto ad una parte del capitale secondo il rapporto tra quote detenute e quote in circolazione;
  • La borsa: quando si comprano delle quote di un ETF si può decidere di venderle in un secondo momento quando lo si vuole. Tutto ciò grazie al fatto che questa tipologia di asset è negoziata all’interno di mercati regolamentati;
  • I diritti: comprando quote di un ETF si ottiene diritto sul capitale rappresentato dalle quote in possesso;
  • Variazione di capitale: un ETF non possiede mai un capitale fisso. Infatti, siccome questo tipo di strumento replica l’andamento di un paniere di beni o indice sottostante, nel caso in cui quest’ultimo crescesse crescerebbe anche il capitale dell’ETF, portando a dei profitti;
  • Dividendi: per il fatto gli ETF replicano l’andamento di titoli facenti parte di un indice o un paniere, se questi distribuiscono dei dividendi anche l’ETF, in base alla sua tipologia, può distribuirli oppure reinvestirli per aumentare rapidamente il suo valore.

ETF: principali tipologie

Come abbiamo accennato nel corso della guida, quando si parla di ETF non ci si riferisce ad un’unica tipologia di strumento finanziario. Infatti, nei mercati regolamentati si possono trovare diverse categorie di fondi a gestione passiva. In questo paragrafo verranno presentati e descritti. Sotto è stata inserita una tabella riepilogativa delle principali tipologie di ETF.

💡Tipologia ETF:
ETF azionari
ETF commodities
ETF regionali
ETF azionario mondiale
ETF obbligazionari
ETF di settore
ETF armonizzati
ETF non armonizzati
ETF con leva incorporata
ETF ad accumulazione
ETF a distribuzione
ETF a replica fisica
ETF a replica sintetica
Tabella riepilogativa principali tipologie ETF

  • ETF azionari: sono gli ETF cosiddetti “classici” e che replicano un intero indice di borsa. Per esempio, alcuni degli indici più replicati sono l’S&P 500, il NASDAQ e in Italia il FTSE MIB. Questi fondi vanno ad acquistare in replica i titoli dell’indice specifico e ne seguono costantemente l’andamento. I costi di gestione sono generalmente bassi e questi ETF sono ottimi per gli investitori che desiderano differenziare il proprio portafoglio con un’unica operazione;
  • ETF commodities: più che ETF si dovrebbe parlare di ETC. Come abbiamo accennato nel corso dell’articolo, questi fondi sono nati con l’obiettivo di permettere ai piccoli investitori di negoziare con le materie prime a prezzi più bassi rispetto a quelli che si hanno quando si negozia con le commodities;
  • ETF regionali: come si può intuire dal nome, gli ETF regionali sono fondi a gestione passiva che replicano l’andamento di un paniere di titoli azionari definito in base all’area geografica. Nella maggior parte dei casi questi ETF sono legati a specifiche aree, per esempio parte dell’Asia, dell’Africa, etc. Solitamente vengono adoperati da coloro che vogliono investire in specifiche aree economiche;
  • ETF azionario mondiale: diversamente dagli ETF descritti sopra, questi fondi a gestione passiva vanno a replicare un intero paniere di titoli a livello globale con alcune eccezioni a seconda dello specifico ETF. Si tratta di fondi molto negoziati visto che è come se seguissero l’andamento dell’economia mondiale. Il fondo più famoso di questa categoria è l’MSCI World.
  • ETF obbligazionari: si tratta di fondi a gestione passiva che replicano l’andamento di diverse obbligazioni in base al loro rating. Sono ETF molto popolari perché permettono di diversificare il proprio portafoglio con poche operazioni.
  • ETF di settore: questi sono degli ETF che vanno a replicare l’andamento dei titoli azionari legati ad uno specifico settore. Vi possono essere, quindi, ETF di settore che replicano le migliori società legate all’internet, oppure ad un altro settore come per esempio quello energetico. Chi non vuole esporsi su una singola società ma vuole puntare su un intero comparto dovrebbe tenere in considerazione questo tipo di fondi.

Ulteriori tipologie di ETF

Oltre alle tipologie di ETF descritte sopra vi sono degli elementi che li vanno a determinare in maniera specifica:

  • ETF armonizzati: quando si parla di ETF armonizzati si intendono tutti quei fondi a gestione passiva che rispettano le normative dell’Unione Europea e che possiedono il proprio domicilio in uno dei paesi dell’Eurozona. La principale differenza tra questi ETF e quelli non armonizzati è legata agli aspetti fiscali. Infatti, i primi hanno delle tasse fino ad un massimo di 26% alla fonte;
  • ETF non armonizzati: tutti gli ETF che non seguono le direttive europee in materia sono da considerarsi non armonizzati. Da un punto di vista operativo non vi sono sostanziali differenze con quelli armonizzati. Come si è detto, infatti, la principale è legata al livello di tassazione. Oggigiorno c’è da considerare che la maggior parte degli ETF non armonizzati possiede una controparte con domicilio in Europa;
  • ETF con leva incorporata: si tratta di ETF che hanno incorporata una leva finanziaria che va a moltiplicare quello che è l’andamento del sottostante. Sono strumenti finanziari che andrebbero adoperati con cautela perché così come vengono moltiplicate le possibili vincite si vanno a moltiplicare le eventuali perdite;
  • ETF ad accumulazione: gli ETF ad accumulazione sono tutti quei fondi a gestione passiva che fanno rientrare nel proprio capitale gli eventuali dividendi o interessi maturati dai titoli detenuti per aumentare il proprio valore;
  • ETF a distribuzione: diversamente dagli ETF sopra descritti, quelli a distribuzione sono tutti i fondi che come dice il nome vanno a distribuire tra gli investitori i possibili dividendi o interessi maturati dall’ETF. Gli investitori che desiderano ottenere dei profitti periodici dovrebbero considerare questa tipologia di fondo per il proprio portafoglio.
  • ETF a replica fisica: gli ETF a replica fisica sono tutti quei fondi che acquistano in maniera “fisica” i titoli che sono all’interno del paniere replicato. Per dare un esempio, gli ETF a replica fisica che seguono l’andamento del CAC40 acquisteranno tutti i 40 titoli che compongono l’indice in base al loro peso specifico al suo interno.
  • ETF a replica sintetica: per gli ETF che rientrano in questa categoria la replica sintetica indica che vengono utilizzati degli strumenti derivati come i contratti swap. Questi permettono all’ETF di avere una rappresentazione del sottostante più elastica e più semplice da replicare. C’è da segnalare, però, che vi è il rischio che la controparte fallisca.

Imparare tutto sugli ETF: Consigli e strumenti utili

Nel corso dei paragrafi finora scritti si è mostrato come gli ETF siano una categoria di strumenti finanziari particolarmente interessante per le sue caratteristiche peculiari. Ciò ne ha determinato il forte successo nel corso degli anni. Ciononostante, visto il gran numero di ETF disponibili sul mercato è molto probabile che un investitore principiante non sappia come muoversi.

Questo paragrafo, quindi, andrà a fornire una serie di consigli e strumenti utili per operare con questa tipologia di asset. In primis, quando andiamo a selezionare un ETF è consigliabile determinare prima il focus dell’investimento. Ciò significa scegliere quale classe di asset l’ETF deve rappresentare e il suo possibile peso all’interno del nostro portafoglio di trader.

Un altro consiglio che può risultare utile è quello di definire una strategia di diversificazione. Comprendere come si vuole distribuire il proprio patrimonio è molto importante. Ci si può concentrare su un unico comparto oppure su più classi di attività, magari legate ad una determinata area geografica.

La scelta dell’indice replicato da un ETF è spesso sottovalutata dai principianti ma è molto utile a rafforzare l’efficacia di un’operazione con questi strumenti finanziari. Gli indici che si dovrebbero scegliere sono quelli che coprono il più possibile il mercato di proprio interesse.

In linea di massima vale la regola che più numerosi sono i titoli all’interno dell’indice replicato da un ETF e maggiore sarà la rappresentatività del determinato mercato. Gli indici poco ampi e che si concentrano su pochi settori, società, paesi presentano dei rischi maggiori.

Alcuni criteri oggettivi che dovremmo considerare quando studiamo un ETF sono la sua dimensione, l’età, i costi di negoziazione e la fiscalità. Altri criteri che sono più soggettivi perché riflettono le intenzioni di un investitore sono la sostenibilità, il metodo di replica, la politica applicata sui dividendi. Ulteriori criteri sono dove è domiciliato il fondo e la sua valuta di riferimento.

Come fare analisi sugli ETF

Prima di procedere con un investimento su un ETF o più specifici, è fondamentale condurre delle analisi su di esso/i. Si tratta di una pratica adottata da tutti i professionisti perché consente di effettuare operazioni migliori e con maggiori probabilità di successo.

Come fare analisi sugli ETF? Nel mondo degli investimenti gli studi che vengono condotti sono generalmente due:

  1. L’analisi fondamentale;
  2. L’analisi tecnica.

La prima, l’analisi fondamentale, è una tipologia di studio che va ad analizzare i dati fondamentali di un asset per determinare il suo valore reale. Nel caso di un ETF, quindi, si andranno a studiare quelli che sono i suoi dati economici nel corso del tempo, il paniere di beni o indice di cui replica l’andamento. Tutti quei dati che possono avere una rilevanza sullo stabilire il prezzo reale di un ETF possono essere studiati con l’analisi fondamentale. L’uso di questo tipo di analisi, infatti, è particolarmente indicato per coloro che desiderano effettuare delle operazioni sul lungo periodo di tempo.

L’analisi tecnica, invece, è una tipologia di studio che attraverso l’uso di grafici e indicatori va ad osservare l’andamento del prezzo di un ETF nel corso del tempo, in modo da poter elaborare delle previsioni future abbastanza attendibili. La teoria alla base di quest’analisi è che i mercati hanno un comportamento ciclico dovuto al fatto che gli investitori sono essere umani e quindi tendono a ripetere determinati schemi nel corso del tempo.

Oltre all’andamento del prezzo di un asset possono essere studiati anche la volatilità, il volume di scambio ed altri elementi che possono risultare utili per effettuare una previsione.

I grafici adoperati per questo tipo di studi sono dei diagrammi cartesiani in cui è possibile osservare gli intervalli di tempo che si vogliono analizzare e il prezzo dello strumento finanziario studiato. Infatti, quando adoperiamo un grafico dobbiamo impostare un periodo di tempo, o time frame. Gli indicatori, invece, sono complesse formule matematiche che si applicano al grafico e che permettono di cogliere i migliori segnali di ingresso e di uscita mostrati da un asset nel corso del tempo.

Per fornire un esempio concreto di analisi tecnica ai lettori sotto abbiamo inserito un’immagine di un grafico dell’ETF legato all’S&P 500. L’indice replicato racchiude i migliori 500 titoli azionari al mondo. Il time frame in questo esempio è stato impostato a 1 settimana. In questo modo si potranno individuare le possibili operazioni sul lungo periodo.

Grafico d'esempio di analisi tecnica ETF
Grafico d’esempio di analisi tecnica ETF

Sul grafico si è deciso di inserire come l’indicatore Alligator. Questo è composto da tre medie mobili semplici e le loro intersezioni indicano le possibili operazioni che si possono effettuare a seconda dell’andamento dell’ETF. Come si può osservare dall’immagine, l’indice di riferimento dell’ETF considerato vive una crescita continua dal 2012.

ETF migliori libri da leggere

A coloro che sono alle prime armi e si avvicinano al mondo degli investimenti finanziari è di vitale importanza lo studio e la pratica costanti. Infatti, solamente studiando si possono migliorare le proprie operazioni, gestire al meglio il proprio portafoglio e diminuire la percentuale del proprio profilo di rischio.

Da questo punto di vista la lettura di libri che trattano l’argomento investimenti, e nello specifico gli ETF, è fortemente consigliata. In questo paragrafo, quindi, verranno presentati e descritti brevemente i migliori libri da leggere sugli ETF. I testi selezionati sono sia in lingua inglese che in italiano.

  •  Investing in ETF for dummies – Russell Wild

Investing in ETF for dummies
Investing in ETF for dummies

Questo libro appartiene alla famosa serie for dummies, conosciuta per i suoi testi rivolti ai principianti sui più disparati argomenti. Nell’opera viene spiegato in maniera chiara e semplice cosa sono gli ETF, come funzionano e come poterci investire in maniera efficiente. Coloro che sono alle prime armi, quindi, troveranno in questo testo una fonte completa sui fondi a gestione passiva.

  •  The ETF Handbook – David J. Abner

The ETF Handbook
The ETF Handbook

Un classico sugli ETF, l’opera di Abner è considerata uno dei migliori libri che trattano l’argomento. Disponibile soltanto in lingua inglese, nel corso del testo viene spiegato dettagliatamente il funzionamento degli ETF, come individuare i migliori a seconda dei nostri obiettivi e come elaborare delle strategie efficaci per far fruttare al massimo il proprio portafoglio.

  • Investire con gli ETF e gli ETC – Gabriele Bellelli

Investire con gli ETF e gli ETC
Investire con gli ETF e gli ETC

Si tratta di un’opera in lingua italiana che è un testo molto valido per chi si vuole approcciare al mondo degli ETF e degli ETC. Infatti, Bellelli spiega in maniera chiara come poter effettuare degli investimenti consapevoli su questi strumenti finanziari e come costruirsi il proprio portafoglio in base anche a quelli che sono i settori che ci interessano maggiormente.

  •  Analisi tecnica dei mercati finanziari – John J. Murphy

Analisi tecnica dei mercati finanziari
Analisi tecnica dei mercati finanziari

Uno dei libri più importanti del mondo della finanza. Con quest’opera Murphy, uno delle voci più importanti per ciò che riguarda l’analisi tecnica, spiega in maniera approfondita come si compone questa tipologia di studio e come effettuarla nel miglior modo possibile a seconda dello strumento finanziario su cui si vuole operare. Vengono descritti anche i principali indicatori tecnici adoperati dai professionisti e le strategie di analisi più efficaci. Il linguaggio adoperato può risultare a volte troppo tecnico.

Corsi Gratuiti sugli ETF + eBook Pdf

Altre fonti valide che gli investitori alle prime armi dovrebbero tenere in considerazione per migliorare le proprie operazioni e la conoscenza relativa al mondo degli ETF sono i corsi gratuiti e gli eBook Pdf. In questo paragrafo, quindi, ne verranno presentati alcuni.

  • Una guida dedicata agli ETF Exchange Traded Fund – JP Morgan Asset Management

Si tratta di un eBook Pdf scaricabile direttamente dal sito ufficiale di uno degli istituti finanziari più importanti del mondo. I principianti troveranno all’interno dell’eBook tutte le informazioni essenziali riguardanti i fondi a gestione passiva come ad esempio il loro funzionamento e come si effettuano degli investimenti con essi.

  • ETF – Exchange Traded Funds – Borsa Italiana

Questo è un altro eBook Pdf che può essere scaricato gratuitamente dal sito ufficiale della Borsa Italiana. Si tratta di un documento approfondito sugli ETF e che ne spiega il funzionamento e le loro varie caratteristiche all’interno della Borsa Italiana. Il linguaggio adoperato è abbastanza semplice e può essere facilmente compreso anche dai principianti che si approcciano per la prima volta a questo genere di asset.

  • Exchange-Traded Funds Course – Blackrock

Si tratta di un corso elaborato da Blackrock, il più importante fondo di investimento al mondo. Il corso segue diversi step per permettere ai principianti di familiarizzare in maniera graduale con questa tipologia di strumenti finanziari. Seguendolo si potranno apprendere i rischi e vantaggi legati agli ETF rispetto ad altri asset, i fattori da considerare prima di effettuare un investimento e le differenze tra le diverse tipologie di ETF e come implementarle all’interno del proprio portafoglio.

ETF: migliori videocorsi gratuiti da seguire

Ulteriori fonti di apprendimento sono i videocorsi gratuiti sugli ETF. Questi si prestano come materiale didattico soprattutto per coloro che non riescono a studiare dai libri e preferiscono un approccio maggiormente diretto. Nel corso del paragrafo andremo a presentare e descrivere brevemente quelli che possono essere considerati i migliori videocorsi gratuiti da seguire.

Il primo videocorso da nominare è Investire in ETF di Gabriele Bellelli e che si può trovare sul suo canale Youtube ufficiale. Si tratta di un corso completamente gratuito che è composto da 4 lezioni per quasi 8 ore complessive di approfondimenti sugli ETF.

https://www.youtube.com/watch?v=j6ryxA11Fo0

Tutto ciò che riguarda questi strumenti finanziari viene spiegato in maniera chiara e lineare in modo da non mettere a disagio i principianti.

Secondo videocorso è la Guida completa agli ETF per chi parte da zero creata dal canale youtube Io Investo. Il corso si compone di un’unica lezione di 1 ora che è rivolta a chi non ha alcuna conoscenza pregressa di mercati finanziari e di fondi a gestione passiva.

https://www.youtube.com/watch?v=lfW5c8JE1-M

Con un linguaggio semplice vengono spiegati gli ETF, il loro funzionamento, come confrontarli e prepararsi per il proprio investimento. Inoltre, nel corso della lezione viene anche mostrato un esempio pratico di negoziazione su questi strumenti finanziari.

Ultimo videocorso è ETF Education Video Series elaborato dal canale Youtube ETF.com. Questo corso si compone di più di 30 lezioni da pochi minuti in cui sono spiegate brevemente le caratteristiche di questo asset. Dobbiamo informare che queste lezioni sono in lingua inglese, ma proprio per il fatto che hanno breve durata il linguaggio è di facile comprensione anche per chi non mastica particolarmente l’inglese.

https://www.youtube.com/watch?v=Fk7McxOItT0&list=PLwQ95COKLO4Eyu04ekx2qgTaXNdGEgLIB&index=1

Opinioni e considerazioni finali

Arrivati alla conclusione di questa guida sugli ETF, è possibile ora fornire le opinioni e considerazioni finali in merito a questa tipologia di asset.

Come si è visto, gli ETF sono dei fondi a gestione passiva con delle caratteristiche peculiari che li differenziano rispetto agli altri strumenti finanziari con cui poter negoziare. Sono stati descritti tutti gli aspetti legati ad essi per permettere ai lettori di avere una visione a 360° sul tema.

Gli ETF possono risultare un ottimo asset per coloro che desiderano investire su più titoli, altri strumenti o su un’intero settore o area geografica con un’unica operazione. In questo modo, quindi, si potrà differenziare al meglio il proprio portafoglio da investitore e allo stesso tempo diminuire il proprio profilo di rischio.

I loro costi di gestione, inoltre, sono inferiori rispetto ad altri asset e ciò in parte ne ha decretato il successo nel corso degli anni. Prima di effettuare l’investimento vero e proprio, però, si è potuto leggere nel corso di questa guida come lo studio e l’analisi siano degli aspetti fondamentali per poter condurre delle operazioni con maggiori possibilità di successo.

Ciò può essere applicato a tutti gli altri strumenti finanziari e al trading in generale perché non esistono formule segrete con cui poter ottenere elevati profitti in poco tempo, ma l’unica soluzione è il tempo dedicato allo studio e alla pratica quotidiana.

Glossario termini da imparare sugli ETF

📑Termine 💡Definizione
Advanced liquidity provider: Si tratta di un operatore a cui la Borsa Italiana va a riconoscere uno sconto dalle imposte di trading che derivano dall’assolvimento degli obblighi di sostegno alla liquidità degli ETF.
Amc: Acronimo che indica le commissioni di gestione annue
Aum: Acronimo che indica il patrimonio gestito
Bps: Unità di misura che corrisponde a un centesimo di punto percentuale
Benchmark: L’indice di mercato replicato dal fondo
Beta: Indica la sensibilità del rendimento di un’attività finanziaria ai movimenti del mercato di riferimento.
Bid/Ask: Le proposte di prezzo per cui gli intermediari accettano di comprare/vendere un ETF
Collaterale: Il paniere di beni che fa da copertura del rischio di controparte a cui è esposto un ETF
Compounding effect:  Effetto dell’interesse composto
Creation/Redemption: Indica il processo che porta all’emissione di quote da parte di un ETF a seconda della domanda degli investitori
Double short: Sono ETF che forniscono una performance inversamente raddoppiata rispetto a quella del mercato di riferimento
Duration: Durata in anni di un titolo obbligazionario
ETFplus: Il mercato ufficiale della Borsa Italiana dove vengono negoziati gli ETF
Eur Hedged: ETF coperto dal rischio di cambio
Factor: Indica una tipologia di ETF in cui i componenti sono stati scelti a seconda di determinati fattori qualitativi o quantitativi
Rating: La valutazione sul grado di rischio degli emittenti di un fondo
Turnover: La percentuale di titoli rivista durante il ribilanciamento dei suoi componenti.
Glossario – terminologia da imparare sugli ETF

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